Era il 1965, avevo 10 anni e seguivo alla radio Un disco per l’estate. La mia canzone preferita era I tuoi occhi verdi, di Franco Tozzi, un cantante il cui successo si sarebbe rivelato effimero (maggiore fortuna avrebbe avuto, pochi anni dopo, il fratello Umberto).
Proviamo ad ascoltarla (basta fare clic sul titolo), facendo attenzione alla pronuncia. Ebbene sì, Franco Tozzi ha la “s” sibilante: è un difetto di pronuncia che si chiama “sigmatismo”. Come correggerlo? O si va dal logopedista, oppure... ascoltate queste altre sue canzoni (fate clic sul titolo; fonte: wikitesti; ho fatto qualche correzione e aggiunto la punteggiatura):
(Alberto Testa - Allomar) (1966)
Che malinconia c’è in me
nelle notti d’argento
quando io mi ricordo di noi,
di noi due
nel tempo felice.
Che malinconia c’è in te
nelle notti d’argento,
quando vuoi cancellare da te
un rimpianto
che non puoi cancellare.
nelle notti d’argento,
quando vuoi cancellare da te
un rimpianto
che non puoi cancellare.
Ma io ritroverò
e tu ritroverai
ciò che davo a te,
ciò che davi a me,
quando io vorrò,
quando tu vorrai
vivere ancora per noi.
e tu ritroverai
ciò che davo a te,
ciò che davi a me,
quando io vorrò,
quando tu vorrai
vivere ancora per noi.
La malinconia dormirà
nelle notti d’argento:
niente mai può valere di più
dell’amore che tra noi tornerà.
Vedrai,
la malinconia dormirà
nelle notti d’argento:
niente mai può valere di più
dell’amore che tra noi tornerà.
Vedrai,
la malinconia dormirà
nelle notti d’argento:
niente mai può valere di più
dell’amore che tra noi tornerà.
niente mai può valere di più
dell’amore che tra noi tornerà.
Vedrai,
la malinconia dormirà
nelle notti d’argento:
niente mai può valere di più
dell’amore che tra noi tornerà.
Vedrai,
la malinconia dormirà
nelle notti d’argento:
niente mai può valere di più
dell’amore che tra noi tornerà.
(Alberto Testa - Eros Sciorilli)
Un Disco per l’Estate 1967
Un Disco per l’Estate 1967
Arriva l’ultimo giorno
prima di partire;
arriva tutto ad un tratto,
non lo attendi mai.
Ti viene voglia di piangere,
ma non lo fai;
le dai un ultimo bacio
e te ne vai.
Amore mio,
prima di partire;
arriva tutto ad un tratto,
non lo attendi mai.
Ti viene voglia di piangere,
ma non lo fai;
le dai un ultimo bacio
e te ne vai.
Amore mio,
coro Ricordami.
non è un addio;
coro Ricordami.
amore mio,
coro Ricordami.
ritornerò.
coro Amore mio,
Ricordami.
coro non è un addio;
Ricordami.
coro amore mio,
Ricordami.
coro amore mio,
Ricordami.
coro ritornerò.
Arriva l’ultimo giorno,
che malinconia;
il tempo corre veloce,
non lo fermerai.
Rivivi allora in un attimo
il primo incontro,
le dai un ultimo bacio
e te ne vai.
Amore mio,
che malinconia;
il tempo corre veloce,
non lo fermerai.
Rivivi allora in un attimo
il primo incontro,
le dai un ultimo bacio
e te ne vai.
Amore mio,
coro Ricordami.
non è un addio;
coro Ricordami.
amore mio,
coro Ricordami.
ritornerò.
coro Amore mio,
Ricordami.
coro non è un addio;
Ricordami.
coro amore mio
Ricordami.
coro amore mio
Ricordami.
coro ritornerò.
Semplice no? (Più a dirsi che a
farsi, in realtà.) La “s” è stata eliminata, e con essa il difetto di
pronuncia! Alberto Testa, il paroliere, ha realizzato quello che, tecnicamente,
si chiama lipogramma in “s”.
ALBERTO TESTA
(Santos, Brasile, 11
aprile 1927– Velletri, Roma, 19 ottobre 2009)
(foto di Vito Vita,
23/7/2009)
Ironia della sorte: nel 1966
Franco Tozzi partecipa al Festival di Sanremo in coppia con lo statunitense
Bobby Vinton, che invece la “s” non la temeva proprio: l’anno precedente aveva
inciso un 45 giri in italiano con Io sono solo (Mr. Lonely) e “Esse”
come stanco (L-o-n-e-l-y)!
Fare un lipogramma è come
muoversi saltando su un piede solo: un esercizio di autolimitazione messo in
atto unicamente per mettere alla prova – e dimostrare – la propria perizia
tecnica. Per questo piace molto agli enigmisti. In questo caso invece il lipogramma
non nasce dalla voglia di divertirsi, ma da un problema pratico.
I lipogrammi più stupefacenti
sono quelli dello scrittore francese Georges Perec (1936-1982), che scrisse un
intero romanzo-lipogramma, eliminando la lettera “e” (un esercizio di autentico
virtuosismo: la “e” è la vocale più frequente, in francese), intitolandolo
significativamente La disparition (= La sparizione) (1969); ad
esso seguì un altro romanzo, Le revenentes (= Quelle che tornano)
(1972), in cui invece eliminò tutte le altre vocali: “a”, “i”, “o”, “u”, “y”!
Ma torniamo alla “s” sibilante.
Con un simile difetto di pronuncia gli imitatori e i parodisti vanno a nozze.
Il procedimento è quello opposto: anziché eliminare la “s”, se ne aumenta a
dismisura la presenza. E così Checco Zalone, per fare la parodia di A te di Jovanotti
(pure lui affetto da sigmatismo), scrive Se solo lo sapessi sussulterei.
Anche questa caratteristica (la presenza di molte sibilanti in un verso) si
chiama, sia pure in un’accezione obsoleta, “sigmatismo”. Fate clic sui titoli e
buon divertimento!
Si può fare un lipogramma in “s”
anche de I tuoi occhi verdi? Io ci ho provato (oltre a lipogrammare, mi
sono permesso di variare, fra parentesi quadre, un paio di versi):
I TUOI OCCHI VERDI
(Eros Sciorilli - Alberto Testa)
Un Disco per l’Estate 1965
Lipogramma in “s”
Lipogramma in “s”
1a variante (ritornello)
È notte,
è notte ma non dormo:
penso ai tuoi occhi verdi → vedo i tuoi occhi verdi
che non mi guardano più.
E piango
nel buio tutto solo; → nel buio abbandonato;
so che tu non mi senti → tu non mi puoi udire,
ma forse piangi anche tu. → magari piangi anche tu.
Le nostre parole → Tra noi le parole
sembravano raggi di sole → parevano raggi di luce
laggiù dove ieri
tu eri felice con me;
è notte ma non dormo:
penso ai tuoi occhi verdi → vedo i tuoi occhi verdi
che non mi guardano più.
E piango
nel buio tutto solo; → nel buio abbandonato;
so che tu non mi senti → tu non mi puoi udire,
ma forse piangi anche tu. → magari piangi anche tu.
Le nostre parole → Tra noi le parole
sembravano raggi di sole → parevano raggi di luce
laggiù dove ieri
tu eri felice con me;
ora tutto è un ricordo,
nient’altro che un ricordo,
come i tuoi occhi verdi
che non mi guardano più.
nient’altro che un ricordo,
come i tuoi occhi verdi
che non mi guardano più.
E piango
nel buio tutto solo; → nel buio abbandonato;
so che tu non mi senti → tu non mi puoi udire,
ma forse piangi anche tu. → magari piangi anche tu.
Le nostre parole → Tra noi le parole
sembravano raggi di sole → parevano raggi di luce
laggiù dove ieri
tu eri felice con me;
ora tutto è un ricordo,
nient’altro che un ricordo,
come i tuoi occhi verdi
che non mi guardano più,
come i tuoi occhi verdi
che non mi guardano più.
nel buio tutto solo; → nel buio abbandonato;
so che tu non mi senti → tu non mi puoi udire,
ma forse piangi anche tu. → magari piangi anche tu.
Le nostre parole → Tra noi le parole
sembravano raggi di sole → parevano raggi di luce
laggiù dove ieri
tu eri felice con me;
ora tutto è un ricordo,
nient’altro che un ricordo,
come i tuoi occhi verdi
che non mi guardano più,
come i tuoi occhi verdi
che non mi guardano più.
2a variante (ritornello)
Le nostre parole → Con gli occhi parlavi,
sembravano raggi di sole → con gli occhi tu m’illuminavi[,]
laggiù dove ieri [nel perduto ieri,]
tu eri felice con me; [quand’eri felice con me;]
sembravano raggi di sole → con gli occhi tu m’illuminavi[,]
laggiù dove ieri [nel perduto ieri,]
tu eri felice con me; [quand’eri felice con me;]
Le nostre parole → Con gli occhi parlavi,
sembravano raggi di sole → con gli occhi tu m’illuminavi[,]
laggiù dove ieri [nel perduto ieri,]
tu eri felice con me; [quand’ero felice con te;]
sembravano raggi di sole → con gli occhi tu m’illuminavi[,]
laggiù dove ieri [nel perduto ieri,]
tu eri felice con me; [quand’ero felice con te;]
La prima variante è più aderente
all’originale, ma elimina l’unica rima della canzone (parole/sole → parole/luce,
aggiungendo però l’assonanza luce/felice); la seconda variante è più
libera (ho esagerato?) ma mantiene la rima (parole/sole → parlavi/m’illuminavi).
Riuscite a fare di meglio? Fatemi sapere.
NOTA
1– I lipogrammi di Franco Tozzi
potrebbero essere casuali? No, almeno in un caso, perché ricordo di aver
sentito alla radio, in quegli anni, un’intervista al cantante, che dichiarava
che gli avevano confezionato una canzone proprio con lo scopo di eliminare alla
radice i suoi problemi di pronuncia. Nei miei ricordi (ma i ricordi sono
creativi, si sa) mi pare che le lettere eliminate fossero addirittura due: la
“s” e la “r”: è possibile? È
un’imprecisione dei miei ricordi? Oppure una tale canzone esiste veramente? Io
però non l’ho trovata.
2 – Esistono altre
canzoni-lipogramma di Franco Tozzi? Non lo so; riporto qui di seguito l’elenco
dei suoi 45 giri (fonte: wikipedia): ho segnalato in neretto le canzoni di
cui ho potuto controllare l’audio o il testo e ho sottolineato i
lipogrammi in “s” (ho segnalato in neretto pure le “s” nei titoli di
altre canzoni, automaticamente escluse):
1964 – Due case, due finestre/Amo la
mia gioventù (Fonit SPF 31161)
1965 – Non a caso il destino ci ha fatto incontrare/Per
questo amore (Fonit SPF 31163)
1965 – I tuoi occhi verdi/E allora vai
(Fonit SPF 31169)
1965 – Nulla troppo bello per te/Ho saputo che/Mi
pentirò (Fonit SPF 31178)
1966 – Io non posso crederti/Le notti
d’argento (Fonit SPF 31181)
1966 – Non vorrei volerti bene/Uno come me
(Fonit SPF 31189)
1966 – Perdonala/I poveri (Fonit SPF 31198)
1967 – L’ultimo giorno/Per la
gloria (Odeon MSOQ 5371)
1968 – Nasce il giorno/Uno zero immenso e assoluto
(Carisch VCA 26199)
1970 – Qui/Poco fa (Kansas dm 1129; inciso
come Franco Tozzi Off Sound)
1971 – Ricordi/Il mio amore per Jusy
(Kansas dm 1148; inciso come Franco Tozzi Off Sound)
1973 – Fiume di metallo/Sassi
senza tempo (Kansas dm 1160; inciso come Franco Tozzi Off Sound)
C’è qualcuno che mi può aiutare a completare la ricerca?
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