lunedì 27 gennaio 2014

USATO SICURO



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giovedì 23 gennaio 2014

FARE UNA FILASTROCCA – 8



PICCOLA GUIDA PRAGMATICA DELLA FANTASIA
ovvero
COME SONO NATE LE MIE FILASTROCCHE




USARE I DOPPI SENSI
IL BERSAGLIERE e RIFIUTI E SCARTI


Si tratta di:
1 – trovare una parola dal doppio significato (o due parole omofone);
2 – escogitare una storia che crei un legame, inaspettato ma logico, fra i due significati.
Ecco un esempio semplice, basato sulla constatazione che lestofante può essere diviso in due, generando un fante lesto:

IL BERSAGLIERE

Va di corsa il bersagliere,
perché questo è il suo mestiere;
non gli va di camminare
come ogni altro militare.
Ma sta’ attento, è importante:
non chiamarlo lesto fante.

Ed ecco un esempio più elaborato, basato su due constatazioni:
a – rifiutare significa non accettare, ma può anche stare per fiutare di nuovo;
b – scartare significa eliminare, ma può stare anche per aprire l’incarto di un regalo:

RIFIUTI E SCARTI

Del tabacco da starnuto?
Non lo scarto e lo rifiuto.
Un regalo nell’incarto?
Non rifiuto ma lo scarto.


Il bersagliere e Rifiuti e scarti
fanno parte della raccolta
FILASTROCCHE DEL MATTO MATTONE
Sarnus editore, 2012.


Se l’argomento ti interessa, puoi leggere anche:

FARE UNA FILASTROCCA – 1
FARE UNA FILASTROCCA – 2 
FARE UNA FILASTROCCA – 3 
FARE UNA FILASTROCCA – 4
FARE UNA FILASTROCCA – 5
FARE UNA FILASTROCCA – 6
FARE UNA FILASTROCCA 7
FARE UNA FILASTROCCA – 12
FARE UNA FILASTROCCA – 13


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domenica 5 gennaio 2014

Canzoni proibite: DON BACKY ovvero HO RIMASTO


AVVERTENZA:
Il testo che si presenta, per i suoi contenuti, potrebbe causare insicurezza e turbamento in menti giovani e non ancora formate. Se ne consiglia pertanto la lettura solo a un pubblico adulto e che abbia adempiuto l’obbligo di istruzione.

HO RIMASTO (clic per sentire la canzone) 

Ancora una volta ho rimasto solo:
m’hai lasciato pure tu.
Non so perché, non so perché
nessuna ragazza poi rimane, poi rimane con me. 


Stavolta parlerò da solo,
mi dirò: “Ragazzo così non va,
lasciala in pace per carità;
quella ragazza non fa per te
e non scommettere, dai,
tanto è sicuro che perderai”. 


Ancora una volta ho rimasto solo
e da solo resterò. 


......................... (orch.) 

Ancora una volta ho rimasto solo:
m’hai lasciato pure tu.
Non so perché, non so perché
nessuna ragazza poi rimane, poi rimane con me. 


Stavolta parlerò da solo,
mi dirò “ragazzo così non va,
lasciala in pace per carità;
quella ragazza non fa per te
e non scommettere, dai,
tanto è sicuro che perderai.” 


Ancora una volta m’hai rimasto solo
e da solo resterò.


......................... (orch.)

Ancora una volta parlerò da solo,
mi dirò “ragazzo così non va,
lasciala in pace per carità;
quella ragazza non fa per te
e non scommettere, dai,
tanto è sicuro che perderai.” 


Ancora una volta ho rimasto solo:
m’hai lasciato pure tu.
ma per poco tempo solo sarò,
poi ci ricascherò.





DON BACKY
pseudonimo di
ALDO CAPONI
(Santa Croce sull’Arno, 1939)



Negli anni ’60 l’Italia era ancora un paese dal linguaggio ingessato, dove la RAI censurava canzoni come Dio è morto (1967) di Francesco Guccini (che la Radio Vaticana invece trasmetteva!).
In una RAI così bacchettona, certe parole non si potevano proprio pronunciare:
– il Parlamento non poteva avere “membri”, perché si trattava di un organismo, per così dire, asessuato;
– non si poteva dire “lassativo” (ecco che allora i pubblicitari, per Carosello, si inventano lo slogan: “Falqui: basta la parola”). 
Ecco qui (clic) come nel 1958 Ugo Zatterin riesce ad annunciare l’approvazione della legge Merlin, che chiudeva le case chiuse (notare il paradosso), senza mai nominarle (e soprattutto senza mai impappinarsi). 

Quando allora nel 1963 Don Backy scrive una canzone che, fin dal titolo, esibisce un clamoroso errore di grammatica, Celentano qualche dubbio su come possa essere accolta ce l’ha. Ecco come andarono le cose, secondo l’autore:
[Adriano Celentano:] “...Senti, Sandro [Alessandro Celentano, fratello di Adriano] ha paura che la canzone con l’errore non la comprerà nessuno...Allora ho pensato che per motivare il fatto, quando registreremo “Celentano Clan” per la TV, potremmo fare una scena di pugilato io e te e chi perde, è costretto a incidere un brano con un errore, così la cosa diventa anche promozionale, che ne dici ?”.
[Don Backy, che racconta in terza persona:] “Ti batto facile...” – rispose invaso da scariche di adrenalina positiva che gli scaturivano dalla consapevolezza dell’ottimo lavoro fatto – ....e se invece facessimo una gara di nuoto ? Ti vincerei ugualmente anche con un braccio legato dietro la schiena, ma faremo in modo che la gente creda che vinca tu...”
(Don Backy, Questa è la storia... Memorie di un Juke box, Roma, Coniglio Editore, 2007.)

E così, con questa trovata pubblicitaria (clic), la canzone fu lanciata.


POST SCRIPTUM
Lo sapete com’è nato il nome d’arte di Aldo Caponi? La prima idea, nata dalle continue infreddature del cantante, fu Cocco Bacillo (!). partendo da qui, la progressione fu questa:
COCCO BACILLO → DANIELE BACI → DAN BACI → DON FENDER → DON BACKY.
(Don Backy, Storie di Strada Beat (Memorie di un Juke box:2) (’62-’65), Roma, L’isola che c’è, 1997.) 
http://www.fansclubdonbacky.it/email-artista.htm

 

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