domenica 29 luglio 2012

GIANNI RODARI per adulti, ovvero LEPIDE LAPIDI


Lapide seconda
 
A QUESTA PORTA
IN SEGUITO
A INFORMAZIONE INESATTA
BUSSÒ NEL QUATTORDICI
IL RAGIONIER FEDERICO GIOBATTA
DA PORTOFINO
DIMANDANDO DI GIACOMINO
SOLERTE E SEVERA
RISPONDEVAGLI PORTIERA
NESSUN GIACOMINO QUI RISIEDE
NÉ MAI RISIEDETTE
NÈ MAI RISIEDERÀ
RAGIONÒ IL RAGIONIERE
NON SI PUÒ MAI SAPERE
CHI VIVRÀ VEDRÀ
 
(Da: Poesia lepidaria in Il caffè politico e letterario, anno IX, n.3, giugno 1961; le “lapidi”, nonostante la numerazione, sono solo 4: Lapide seconda, Lapide tredicesima, Lapide quattordicesima, Lapide quindicesima.)
 
4
 
RUDE TENACE REDDITIZIO VITALIZIO
ATLETA
TEODOLINDO DE PAOLIS
A CONCLUSIONE DI SEVERISSIMA DIETA
IL X-X-MMMCCCXXXVVVIIIMMMCCCIII
SALTAVA DICIASSETTE TASTI E TREDICI TESTI
IN PRESENZA DI SPETTATORI
135458,65
DE’ QUALI 712½ COMMENDATORI
ASSISTEVANO S.E. IL MINISTRO DI BLAGOVIA
S.E. L’AMBASCIATORE DI SANTA SEGOVIA
IL CONSOLE STRAORDINARIO
DI SANTA PRASSEDE
E I MASSIMI PRINCIPI DEL FORO BOARIO
L’INCASSO
FU DI LIRE 38718951
DI CUI 457875 FALSE
TEMPO PIOVOSO CON TENDENZA A CAMPOBASSO


5

IN QUESTO ESATTO PUNTO
DELLO STORICO CORSO VITTORIO
IL 13 MARZO 1958 ALLE 15,27 ORA DI GREENWICH
SOFFIANDO VENTO DI TRAMONTANA
I CONIUGI CIBORIO
DOTTOR GIAMPAOLO E RENATA NATA RETANA
SEPARAVANSI
DIRIGENDOSI IL MARITO
VERSO IL DISTRETTUAL UFFICIO DE LE IMPOSTE
LA MOGLIE VERSO L’ABITAZIONE
DELL’AMANTE TEODORO DOTTOR INGEGNER SERAPIONE
QUATTRO ORE PIÙ TARDI
SU QUESTE PIETRE MEDESIME
TORNAVA A INCONTRARSI LA COPPIA
RICOMPONENDO LA FAMIGLIA
L’UNITÀ
PRESIDIO DI SOCIALE PROGRESSO
E DI CIVICHE LIBERTÀ
ARRA DI BANCARIO PRESTIGIO
BALUARDO DELLA PRODUZIONE
DI FRIGORIFERI LAVATRICI FERRI DA STIRO DETERSIVI
LAVATIVI
DEL CHE MARMOREO RICORDO
LA MUNICIPALITÀ DECRETAVA
SU PROPOSTA DEL CONSIGLIERE BAVA


6

ZENAIDA ZENOBIA DEI CONTI DI SAN ZENONE
DA QUESTO VERONE
IN SUL TRAMONTO DEL 7 MAGGIO
1910,35
ASSISTENDO AL PUBBLICO PASSEGGIO
RIVOLTA ALLA ZIA
CHE TENEALE AFFETTUOSAMENTE COMPAGNIA
MI PIACE ESCLAMAVA IL CONTE DI CORCONTENTO
AMMIRA DI GRAZIA IL SUO
GLORIOSO PORTAMENTO
IL CONTE HA BUON CONTO HA GRANDE APPARTAMENTO
HA CANI CUOCHI COCCHI COCCHIERI UOVA À LA COCQUE
CHE DEGG’IO FAR CHE MI CONSIGLI O ZIA
UN CANE ABBAIANDO
AI POSTERI FURAVA
LA RISPOSTA
IL CONTE RITIRAVASI NEL CONTADO
E MESTA TRASCORREVA
L’ESISTENZA
PASSANDO I RIVI A GUADO

(Da: Otto lapidi in Il caffè politico e letterario, anno X, n.2, aprile 1962) 

 

 

GIANNI RODARI
(Omegna, Verbano Cusio Ossola, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980)


Gianni Rodari a luci rosse? No, non preoccupatevi (anche se a dire il vero Rodari rosso lo era, essendo iscritto al P.C.I.). Gianni Rodari è l’autore per bambini per antonomasia, non c’è alcun dubbio; ma esiste una sua produzione letteraria rivolta a un pubblico adulto: una produzione limitata, ma interessante. Un esempio sono le Lapidi, pubblicate tra il 1961 e il 1962 dal Il caffè politico e letterario, dove fa la parodia del genere letterario lapidario.

L’azione parodica di Rodari si sviluppa su due livelli, fra loro complementari:
a – contenuto;
b – linguaggio.
a – A livello di contenuto il procedimento è quello dell’abbassamento:
– alla rievocazione di eventi storici
si sostituisce
la cronaca spicciola di un fatto insignificante (Lapide seconda);
– alla celebrazione delle pubbliche virtù
si oppone
il resoconto dei vizi privati (lapide 5).
b – A livello di linguaggio il procedimento è quello del rovesciamento:
– alla seriosità impettita
            si sostituisce
la giocosità dei giochi verbali e delle capriole linguistiche:
                                   – uso dell’assonanza
                                               – nei nomi
RENATA NATA RETANA,
                                                 ZENAIDA ZENOBIA DEI CONTI DI SAN
                                                 ZENONE,
CONTE DI CORCONTENTO;
       – negli elenchi, basati non sull’affinità 
       di significato, ma su quella del suono:
SALTAVA DICIASSETTE TASTI E TREDICI TESTI,
HA CANI CUOCHI COCCHI COCCHIERI UOVA À LA COCQUE;
                                   – accostamenti incongrui:
DETERSIVI che, accostato a LAVATIVI, trasforma scherzosamente questi ultimi da “menefreghisti” a “prodotti per l’igiene”, analogamente ai primi;
                                   – parodia di vezzi impiegatizi e burocratici:
                               TEODORO DOTTOR INGEGNER SERAPIONE
                                        (anziché ing. Teodoro Serapione);
                                   – doppi sensi:
L’UNITÀ, PRESIDIO DI SOCIALE PROGRESSO E DI CIVICHE LIBERTÀ è un’allusione scherzosa al quotidiano del Partito Comunista Italiano, del quale Rodari era stato collaboratore,
IL MINISTRO DI BLAGOVIA, immaginario regno da operetta, potrebbe alludere a blague (pron. blag) = scherzo, facezia, frottola, barzelletta, sproposito,
I MASSIMI PRINCIPI DEL FORO BOARIO è una pernacchia nei confronti del sussiego delle autorità;
– la precisione delle date e dei dati viene
            portata all’eccesso:
                        IL 13 MARZO 1958 ALLE 15,27 ORA DI GREENWICH,
                        fino all’assurdo:
             SPETTATORI 135458,65 DE’ QUALI 712½ COMMENDATORI;
            o vanificata:
                        IL X-X-MMMCCCXXXVVVIIIMMMCCCIII.
Ma non tutti i dati, forse, sono così assurdi come potrebbe sembrare. Prendiamo IN SUL TRAMONTO DEL 7 MAGGIO 1910,35: così, di primo acchito, questo anno coi decimali fa ridere, no? Ma proviamo a fare un po’ di calcoli: 365 giorni x 35/100 di anno = 127,75 giorni = 127 giorni e ¾. Bene: il 127mo giorno dell’anno è proprio il 7 maggio! Passato l’entusiasmo dobbiamo però constatare che vanno aggiunti ¾ di giorno, cioè 18 ore: siamo perciò nel 128mo giorno (verso il tramonto, comunque) del 1911. Si tratta dunque di elucubrazioni mie, oppure questi calcoli li ha fatti anche Rodari, facendo un piccolo errore?

Ma, come quasi sempre in Rodari, il divertissement non è fine a se stesso:
            Per me, sono uno che matura terribilmente piano (e che scrive male, ma per fortuna lo sa): il mio libro bello lo potrò scrivere solo a cinquanta suonati, se li sentirò suonare, altrimenti il mondo non avrà perso molto. Dovrebbe essere un libro molto divertente, i viaggiatori di commercio dovrebbero commentarlo così: «quello lì, chissà indove va a tirarle fuori certe stupidate, però fa ridere, neh?» E intanto dovrebbe insinuarsi nel loro cuore innocente e senza sospetto il veleno per i topi, e un giorno si suiciderebbero senza sapere perché.
(Gianni Rodari, Lettere a Don Julio Einaudi, Hidalgo editorial e ad altri queridos amigos, lettera ad Arpino, Roma 8-8-68).
La parodia delle lapidi infatti sottende
– una critica al pensiero dominante e omologato:
«Creatività» è sinonimo di «pensiero divergente», cioè capace di rompere continuamente gli schemi dell’esperienza. È «creativa» una mente sempre al lavoro, sempre a far domande, a scoprire problemi dove gli altri trovano risposte soddisfacenti, a suo agio nelle situazioni fluide nelle quali gli altri fiutano solo pericoli, capace di giudizi autonomi e indipendenti (anche dal padre, dal professore e dalla società), che rifiuta il codificato che rimanipola oggetti e concetti senza lasciarsi inibire da conformismi. Tutte queste qualità si manifestano nel pensiero creativo. E questo processo – udite! udite! – ha un carattere giocoso: sempre: anche se sono in ballo le «matematiche severe»... [...] (Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, cap. 44. Immaginazione, creatività, scuola, pagg. 171-172, Torino, Giulio Einaudi, 1973 e 2001)
(È il pensiero divergente che affiora – nella Lapide seconda – con la risposta inaspettata del ragioniere – che giustamente ragiona – alla portiera.)
– e un atteggiamento autenticamente democratico, in cui tutti sono valorizzati:
Matteo: Noi pensiamo che il 1920, l’anno in cui sei nato, sia stato fortunato. Sono nati molti personaggi importanti: il Papa Wojtyla, il presidente della Fiat Gianni Agnelli…
Rodari: Sta’ attento, non ci sono personaggi più importanti e altri meno. Il Papa occupa una grande posizione per la chiesa e il mondo, ma ogni persona è importante per sé stessa: la tua maestra, la tua nonna… Gianni Agnelli è più ricco di me, non più importante. Io ho scritto più di quindici libri e lui neanche uno. Io non ricordo niente del 1920 perché ero appena nato e non so niente dell’anno millenovecento e un po’ che è l’anno in cui morirò.
(Incontro di Gianni Rodari con le classi quarte della Scuola Elementare a Tempo Pieno di Borgo Solestà, 28 febbraio 1979, in Luciano Marucci & Anna Maria Novelli (a cura di), RODARE LA FANTASIA con Rodari ad Ascoli)

La mia lapide per Rodari
Il 10 aprile 1980 Rodari viene ricoverato in clinica: deve essere operato per l’occlusione di un’arteria della gamba sinistra; non è tranquillo e, per esorcizzare la paura, ci scherza sopra:
Caro Carena,
oggi ho accompagnato mia moglie in clinica per un’operazione – quando uscirà lei dovrò entrarci io, per colpa di un’arteria occlusa – vede che non ho lo spirito adatto per rifare la prefazione alle «Favole al telefono».
            La programmerò per l’edizione tredicesima, anche se doveste interrogarmi con i tavolini.
            [...]
            Altro di me non ti saprei narrare
            e la flebografia mi vado a fare.
(Gianni Rodari, Lettere a Don Julio Einaudi, Hidalgo editorial e ad altri queridos amigos, 8-1-80)
Ma l’intervento dura più del previsto (7 ore, anziché le 4 preventivate) perché viene scoperto, racconta il suo amico e biografo Marcello Argilli, un grosso aneurisma nella zona iliaca, che per la sua collocazione l’ortografia non poteva rilevare. Argilli scrive proprio così, “ortografia” invece di “aortografia”: e così Rodari, poeta degli errori (aveva scritto il bellissimo Libro degli errori), sarà vittima di un errore di ortografia; il suo fisico, già debilitato, non regge: muore il 14 aprile, per collasso cardiaco. Non aveva ancora compiuto 60 anni: il poeta dei bambini non è mai diventato vecchio.


A GIANNI RODARI

Dice la tua biografia:
fu un error d’ortografia
che non vide l’aneurisma
che vietò ulteriore rima.
Tu, poeta degli errori,
te ne sei uscito fuori,
te ne sei andato via,
colpa dell’ortografia!
Tu, poeta dei bambini,
resti lì, fra i cherubini,
a dir “Buonanotte al secchio,
non diventerò mai vecchio!”


LETTURE CONSIGLIATE

Gianni Rodari, Il cavallo saggio – Poesie epigrafi esercizi, Torino, Einaudi, 2011.
Contiene la produzione “per adulti” di Rodari, comprese tutte la “lapidi”.
Gianni Rodari, (a cura di Stefano Bartezzaghi) Lettere a Don Julio Einaudi, Hidalgo editorial e ad altri queridos amigos, Torino, Einaudi, 2008.
        Delizioso: non perdetevelo. Devo a Bartezzaghi il rilievo
        sull’errore di “ortografia”.
Luciano Marucci & Anna Maria Novelli (a cura di), RODARE LA FANTASIA con Rodari ad Ascoli, Acquaviva Picena, Provincia di Ascoli Piceno, 2000.
Testo prezioso, perché contiene le trascrizioni delle registrazioni degli incontri di Rodari con i bambini delle scuole elementari.


SITI INTERNET

            Siti dedicati a Gianni Rodari:


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