giovedì 30 maggio 2013

BRUNO TOGNOLINI ovvero RIMA RIMANI



Filastrocca delle filastrocche

Apro la bocca e dico la rima
Ride il silenzio che c’era prima
Un filo brilla fra le parole
Mare con mondo, luna con sole
Un filo piccolo che tiene insieme
Fiore con fiume, sole con seme
E ora vicine le cose lontane
Come le perle di belle collane
Danzano in tondo, perché se tu vuoi
Mondo fa rima con Noi


Rima rimani

Apro la bocca e dico la rima
Ride il silenzio che c’era prima
Tutte le cose mi siedono intorno
Per aspettare la fine del giorno
lo le saluto, una per una
So le parole per sole e per luna
So quelle rime che tengono insieme
Fiore con fiume, sole con seme
Fiume di figli, inzuppati d’amore
Che solo il nome fa già buon odore
Che con il grido d’uccelli felici
Danzano intorno a queste radici
Anche le cose ora danzano in tondo
La filastrocca che ha dentro il mondo
Sole tramonta, torna domani
Rima, rimani

(Rima rimani, Milano, Alberto Salani Editore, 2000 – Roma, Rai Eri, 2002 e 2007)

 

Tu

Figlio salito da strani reami
Ora ho capito come ti chiami
Ora è fiorito il tuo nome segreto
E nelle notti io te lo ripeto
Passano i giorni, passeri lenti
Più io ti chiamo, più lo diventi
E ora nessuno si sbaglierà più
Ora sei Tu

(Mammalingua, Cagliari, Edizioni Tuttestorie, 2002)


Filastroccca lupa

Ululava l’ululupo Sulla punta d’un dirupo Sulla punta d’una duna Ululava all’ululuna.

(Rima rimani, Milano, Alberto Salani Editore, 2000 – Roma, Rai Eri, 2002 e 2007)




BRUNO TOGNOLINI
 (Cagliari, 27 giugno 1951)

 
 
            Chi non si occupa di rime tende a pensare che il processo creativo parta dal contenuto per arrivare poi alla forma, che vada dal significato al significante. Ma il processo creativo non è (fortunatamente, come vedremo) esclusivamente deduttivo e soprattutto non è unidirezionale.
E questo non vale solo per la scrittura; vale anche – per fare un esempio, visto che è il mio mestiere – per l’architettura. Io devo fare un progetto che contemperi le esigenze del cliente, le leggi e le normative vigenti, le caratteristiche del luogo e, magari, anche le mie propensioni formali. Ognuna condiziona pesantemente le altre: da dove parto? Faccio come un calciatore (l’immagine è di Tognolini): non tengo sempre la palla al piede, la butto avanti, azzardando un’immagine, una forma che mi sembra promettente; solo dopo ne verifico la congruenza col resto, innescando un processo di reciproci adattamenti e trasformazioni.
Vale perfino per un lavoro di solito considerato arido e poco creativo: l’ingegnere, quando deve dimensionare una trave (cioè determinarne la sezione), ha bisogno di conoscere il carico che questa dovrà sopportare; deve quindi introdurre nei calcoli il peso della porzione di solaio sopportata dalla trave, ma anche il peso della trave stessa, che però ancora non conosce, perché dipende, ovviamente, proprio dalla sezione che non ha ancora determinato: paradossalmente, per trovare la soluzione del problema, dovrebbe averla già trovata! Come fa? Butta la palla avanti: ipotizza una sezione, fa tutti i calcoli e, se il risultato coincide con l’ipotesi, bene, altrimenti si ricomincia.

E così fa Tognolini: parte da un verso:
Apro la bocca e dico la rima
che gli suggerisce subito una rima:
... ... ... ... ... ... ...  prima
La parola-palla – prima – è stata lanciata in avanti: ma come raggiungerla? Prima di dire la rima, cosa c’era? Il silenzio! Ecco allora:
Apro la bocca e dico la rima
Fugge il silenzio che c’era prima
In termini di sonorità i due versi funzionano, ma potrebbero suonare meglio? Certo, se si introducono delle assonanze; per esempio, se si sostituiscono le due parole vicine rima/fugge con rima/ride, viene:
Apro la bocca e dico la rima
Ride il silenzio che c’era prima
Molto più bello, no? Ma il poeta questa immagine non l’aveva in mente: è il suono che gliel’ha suggerita! La rima non è una zappa, ma una bacchetta da rabdomante: Io cerco una rima per dire ciò che voglio dire io; se sono fiero e robusto zappatore tanto faccio finché ne trovo una, e la piazzo lì a cuccia in coda verso; ma se invece sono mago rabdomante, più debole e furbo, trovo rime che dicono quasi ciò che volevo dire io, o dicono meglio ciò che volevo dire io, o dicono addirittura tutt’altro, che è meglio di quanto volevo dire io. (Bruno Tognolini, Ho nuotato fino alla rima)

            Un altro esempio: la madre parla al figlio che prima era un tutt’uno con lei e che, nascendo, è diventato altro da sé. Il senso è:
            Figlio venuto da strani posti, ora so come ti chiami.
Ora bisogna trovare il suono. Il secondo verso viene subito, un decasillabo:
Ora ho capito come ti chiami
Bisogna trovare una rima per il primo verso: quali possono essere quegli strani posti? ... reami!
Figlio venuto da strani reami
Ora ho capito come ti chiami
Anche qui: si può fare meglio, dal punto di vista del suono? Sì, creando una rima interna: anziché venuto/capito mettiamo salito/capito:
Figlio salito da strani reami
Ora ho capito come ti chiami
Anche in questo caso i versi sono più belli di quelli che il poeta aveva immaginato inizialmente: il suono ha migliorato il senso. “Salire” è più vasto ed arcano che “venire” da strani reami. Così come “reami” era più ricco e misterioso di “luoghi”. Cosa sono questi reami? Stanno sotto? Da dove sale, da dove emerge un figlio? (Bruno Tognolini, Poesia con cinque ESSE)

Che il suono generi senso è ancora più evidente nella Filastrocca lupa: perché il lupo ulula alla luna? La scoperta che il misterioso legame fra il lupo e la luna è un legame anche sonoro, basato su una sillaba in comune – lu – e che questo legame si realizza tramite l’ululato, che tale sillaba moltiplica, porta a integrare l’ululato nei loro nomi: l’ululupo e l’ululuna. Due neologismi, due parole nuove ma perfettamente comprensibili, come se le conoscessimo da sempre. Due parole che incorniciano quattro piccoli grandissimi versi.

Ho scritto un libro sui versi degli animali – Il corvo con la cra-cravatta – ibridando i loro versi con le parole dei miei versi: perché questa bellissima Filastrocca lupa non l’ho scritta io? (Non ditemelo, lo so da me; resta il fatto che non me lo perdonerò mai.)


LETTURE CONSIGLIATE

Cosa volete che vi consigli? Tognolini è il più bravo di tutti: leggete tutto quello che vi capita sottomano, non ve ne pentirete.

SITI INTERNET

Sito di Bruno Tognolini: spartano, ma densissimo di contenuti.
Per chi volesse approfondire l’argomento del post, consiglio, in particolare:
L’UCCELLO CON TRE ALI – Il Suono, il Senso, la Bellezza
Ho nuotato fino alla rima
Poesia con cinque ESSE


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martedì 14 maggio 2013

CAMERON DIAZ, ovvero OGM (Organismi Giornalisticamente Modificati)



 

CAMERON MICHELLE DIAZ

(San Diego, U.S.A., 30 agosto 1972)


Stamattina mi sono svegliato con comodo e ho acceso il televisore per vedere le previsioni del tempo.

Ore 7,44, TG la7: la conduttrice annuncia un servizio sull’incontro fra Cameron Diaz e Barack Obama per parlare della situazione in Siria. La cosa mi stupisce un po’, ma poi penso che non è raro che un divo di Hollywood si impegni in una battaglia su un tema politico, sociale o ambientale.

Poi parte il servizio: e così vedo l’incontro di Barack Obama e DAVID CAMERON! Peccato: Cameron Diaz era più carina...

Di fronte a questi curiosi incroci di nomi e di corpi la mente si incanta e comincia a vagare. Mi immagino come potrebbe essere questo proclama che da noi, a Vicenza, è inciso nel marmo in un monumento nel Piazzale della Vittoria a Monte Berico:



IV NOVEMBRE   MCMXVIII  ORE 13



[...]

L’ESERCITO AUSTRO-UNGARICO È ANNIENTATO: ESSO HA SUBITO PERDITE GRAVISSIME NELL’ACCANITA RESISTENZA DEI PRIMI GIORNI E NELL’INSEGUIMENTO HA PERDUTO QUANTITÀ INGENTISSIME DI MATERIALE DI OGNI SORTA E PRESSOCHÉ PER INTERO I SUOI MAGAZZINI E I DEPOSITI: HA LASCIATO FINORA NELLE NOSTRE MANI TRECENTOMILA PRIGIONIERI CON INTERI STATI MAGGIORI E NON MENO DI CINQUEMILA CANNONI.

I RESTI DI QUELLO CHE FU UNO DEI PIU’ POTENTI ESERCITI DEL MONDO RISALGONO IN DISORDINE E SENZA SPERANZA LE VALLI CHE AVEVANO DISCESO CON ORGOGLIOSA SICUREZZA.



COMANDO SUPREMO

CAMERON DIAZ



PS: Ma non trovate curioso che un generale come Diaz avesse per nome un gerundio così significativo: Armando? Per non parlare del secondo nome: Vittorio! (ma non era Veneto).







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lunedì 6 maggio 2013

CARI TRUFFATORI... ovvero PHISHING









LUPIN III

di

Monkey Punch (Kazuhiko Katō)

(Hokkaidō, Giappone, 26 maggio 1937 – vivente)





Da quando faccio acquisti su Internet – e ancor più da quando ho aperto un blog – ricevo strane email, come questa:


La fattura deve essere pagato [sic] fino [sic] alla prossima settimana.

Dettagli possono essere trovati all’indirizzo:

Segue misterioso indirizzo Internet per risolvere la grave questione.


            Ora io, che ci crediate o no, debiti non ne ho: pago i miei acquisti anticipatamente e ho dato disposizioni alla mia banca perché si occupi delle mie bollette.

            È la sgrammaticatura del testo a svelare l’arcano: in qualche remota regione del globo c’è qualcuno che, stese faticosamente due frasi in italiano, va a caccia... pardon: a pesca di gonzi che abbocchino all’amo, per carpirgli i dati bancari: è il phising.

            Scrivere in una lingua che non è la propria è un’impresa carica di insidie: a volte ne escono messaggi abbastanza criptici:


            Hello, s.zanetello.

            Scarica il profilo richiesto dalla societa [sic] puo [sic] essere raggiunto a

Segue altro misterioso indirizzo Internet.


Il caso, si sa, è creativo (se non ci credete, domandate a Darwin). E così, a volte, questi messaggi truffaldini raggiungono le vette sublimi del nonsense:


            Buongiorno, s.zanetello.

            Avete una nuova notifica per il pagamento delle bollette.


Fin qui, incredibilmente, tutto bene: l’italiano fila che è una meraviglia. Ma poi:


            E [sic] possibile leggere i gelsi: [indirizzo Internet]


I gelsi?!? Non avevo mai pensato di leggere i gelsi! Dirò di più: non avevo mai pensato che si potessero leggere i gelsi!

            Ma questi sono dilettanti del phishing: guardate invece questa email:




           

Non capite il francese? Niente paura, ve la riassumo io: siccome la mia banca rifiuta di pagare le bollette, rischio che mi taglino la luce e il gas. Beh, se anche fosse vero, cara la mia banca,

fai bene a non pagare le bollette a uno (per me) sconosciuto fornitore francese!

            Più insidiosa è quest’altra email:






            Come faccio a sapere che si tratta di phishing? Perché ho letto la casella blu, come giustamente consigliato dall’ineffabile truffatore: è piena di errori!

            Ma anche fra i truffatori esistono i gentiluomini. Mi è capitato, tempo fa, di ricevere una email delle (apparentemente) Poste Italiane: in pratica mi informavano che, non avendo fatto io – loro correntista – assolutamente niente, mi premiavano con un bonus di 150 euro! Guardo meglio la schermata e leggo il logo: Poste Italiene! Proprio così, italiene, come i figli degli immigrati che non sono né carne né pesce, non potendo essere italiani.

            Quella pagina, dal momento che non era un clone dell’originale, ma una sua – sia pur minima – variazione, poteva essere considerata un falso?

            La cosa mi ricorda un fatto che coinvolse Guido Da Verona: nel gennaio 1919 una piccola casa editrice aveva pubblicato un libro, L’arte di innamorare, di un ignoto Walter Sveton, tradotto da Guido Da Verena. Non era l’unico “quasi falso”: l’editore aveva pubblicato anche Matilde Serol, Edmondo De Amici e Pietro (anziché Cesare) Lombroso (ma non era meglio L’Ombroso?). Da Verona sporse denuncia. Come si difese l’editore? Dicendo che l’idea gli era stata suggerita da un concetto di onesta [sic! Arcisic!] réclame: suscitare la curiosità del pubblico e nulla più. E aggiungendo, in pratica, che il libro faceva così schifo che era impossibile confondersi: io non sono riuscito a finirlo tutto. Ma fu condannato lo stesso: due mesi di reclusione e duecentomila lire di multa (pari a circa 290.000 euro attuali).

            Personalmente apprezzo l’idea dell’onesta réclame; ma se poi fa schifo, come faccio a cascarci?

            Per cui mi rivolgo a voi, cari truffatori: per avere successo nella vita l’intraprendenza e la creatività sono importanti, ma non bastano: bisogna anche studiare. E non solo l’informatica: anche l’italiano.

            Mi rivolgo anche a voi, persone oneste, soprattutto giovani, e in particolar modo ai miei allievi, esempi di specchiata onestà: se non volete finire a fare i truffatori, studiate. Anche l’italiano.





            P. S.

            Ieri me ne è arrivata un’altra. Dovrei averci fatto il callo, ma questa mi ha lasciato senza fiato:


Bonjour
 
Je suis Monsieur Mr jean Francois, le Directeur des comptes dans 
d'une Banque de la place. J’ai une proposition financière et confidentielle 
à vous faire. Une somme flottante de 3.950.000 dollars usd appartenant 
à un défunt client dont le nom a été identifié et noté non revendiqué dans 
nos audits et archives.
 
En tant qu'un des dirigeants principaux de la banque, je suis obligé de 
vous informer, que je suis à la recherche d'une personne avec qui je 
peux débloquer cette somme. Je vous demande donc d'accepter d'être 
le proche parent et revendiquer les fonds. En général, dans ces cas 
d'espèce les fonds sont confisqués au trésor du gouvernement en tant 
que fonds non revendiqués. Selon le gouvernement après une certaine 
période, à moins qu'ils soient revendiqués de façon pressante par un 
proche parent du défunt. Je voudrais que ces fonds vous soient 
transférés, (soit dans votre compte bancaire ou par carte de Paiement 
Électroniques ATM CARD) entant que proche parent du défunt client 
et que par la suite nous effectuons un partage équitable de 50% chacun, 
j'ai besoin de votre aide en toute honnêteté et je vous promets que vous 
ne courrez aucun risque car ma position au sein de la banque me 
permet de couvrir n'importe quel risque et de plus je serai la seule 
personne a superviser cette transaction. J'ai fait toutes les vérifications 
concernant cet arrangement pour que son exécution soit propre et de 
façon rapide. Je vous prierai de traiter cette lettre avec la plus grande 
urgence et discrétion possible.
 
Mes salutations les plus distinguées 
 
Mr jean Francois
 
               In poche parole: un alto dirigente mi comunica che nella sua 
banca ci sono quasi 4 milioni di dollari appartenuti a un cliente defunto, 
ma non si trovano eredi. Ha bisogno del mio aiuto en toute honnêteté (!): 
se mi spaccio per erede, li fa avere a me (naturalmente lui si tratterrebbe 
il 50 %).
               Cari lettori, io non me la sento; volete provarci voi? Fatemi 
sapere, ma non dite niente a nessuno, mi raccomando: è una faccenda 
riservata!




NOTA

L’episodio di Guido Da Verona è citato in:

Enzo Magrì, Guido Da Verona, l’ebreo fascista, Cosenza, Luigi Pellegrini Editore, 2005.





SITI INTERNET

Polizia postale, per segnalazione di reati informatici:







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