giovedì 28 febbraio 2013

FARE UNA FILASTROCCA – 5




PICCOLA GUIDA PRAGMATICA DELLA FANTASIA
ovvero
COME SONO NATE LE MIE FILASTROCCHE




ROVESCIARE UN PROVERBIO O UN MODO DI DIRE:

CHI NON LA FA, L’ASPETTI E LA CACCA FA I DISPETTI


Chi la fa, l’aspetti: quante volte l’abbiamo sentito dire? Ma proviamo a rovesciare il modo di dire, così tanto per provare (è una tecnica per sviluppare il pensiero laterale, per accendere la creatività): chi non la fa, l’aspetti. Bene, possiamo dare un significato a questa frase? C’è una cosa che, se uno non la fa, l’aspetta? Ma certo: la cacca!
E allora viene naturale scrivere:

CHI NON LA FA, L’ASPETTI

La cacca fa i dispetti:
chi non la fa l’aspetti
(oppure tu l’affretti
se prendi “quei” confetti).

Ma, se completiamo il ragionamento, ci rendiamo conto che, la cacca, a volte, la fa chi non l’aspetta; e allora registriamo la casistica completa:

LA CACCA FA I DISPETTI

La cacca fa i dispetti,
chi non la fa l’aspetti:
si sente una schifezza
perché ha la stitichezza.

A volte – che disdetta! –
la fa chi non l’aspetta:
è come una marea
e questa è la diarrea.

Chi non la fa, l’aspetti e La cacca fa i dispetti
fanno parte della raccolta 
HA CHIAMATO LA CACCHINA... PERCHÉ ARRIVA DOMATTINA! 
Sarnus editore, 2012, ristampa febbraio 2013.

 

Se l’argomento ti interessa, puoi leggere anche: 

FARE UNA FILASTROCCA – 1 
FARE UNA FILASTROCCA – 2 
FARE UNA FILASTROCCA – 3 
FARE UNA FILASTROCCA – 4 
FARE UNA FILASTROCCA – 6
FARE UNA FILASTROCCA – 7
FARE UNA FILASTROCCA – 8 

FARE UNA FILASTROCCA – 9
FARE UNA FILASTROCCA – 10
FARE UNA FILASTROCCA – 11
FARE UNA FILASTROCCA – 12
FARE UNA FILASTROCCA – 13


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domenica 10 febbraio 2013

NINO FERRER E L’EQUIPE 84, ovvero PAPÀ, MAMMÀ E IL BACCALÀ



IL BACCALÀ (1969)


Quella mattina ci siamo svegliati alle sei
per fare la gita e siam saliti sul tramvai
con due valige, tre pacchi, una borsa, un cestino e con mammà


Un po’ di pane
e di banane
un panettone
del minestrone
la cioccolata
e l’insalata
il baccalà

Il parmigiano
lo zafferano
la mozzarella
e la cannella
la pasta al pesto
il pollo arrosto
il baccalà

Non c'era proprio più niente da desiderare
eran tre giorni che stavamo a preparare
le due valige, i tre pacchi, la borsa, il cestino con mammà

La marmellata
e la frittata
i formaggini
i fagiolini
la frutta cotta
e la ricotta
il baccalà

Ma abbiam trovato la pioggia ed ora viene il bello
avevamo dimenticato l’ombrello!
e siam scappati coi pacchi, la borsa, il cestino e con mammà


Siamo tornati
a mangiare in città
i panini, il gelato,
le bistecche, il pesto, il baccalà!
La minestra, la frutta,
l’insalata, il pollo, il baccalà!
Le lumache, la pasta,
il formaggio, il brodo, il baccalà!




NINO FERRER
(AGOSTINO ARTURO MARIA FERRARI)
(Genova, 1934 – Montcuq (Lot, Francia), 1998)

Quando ero bambino, negli anni ’60, mia madre ogni tanto
prendeva la bicicletta, andava in città e tornava con i libri – autori come Verne e Salgari, o titoli come Il piccolo lord e Piccole donne crescono... – e con i 45 giri che io e i miei fratelli le chiedevamo. Tra questi ultimi ce n’erano un paio di Nino Ferrer: La pelle nera e Al telefono. Erano le canzoni delle facciate A; ma quello che allora mi impressionò furono le facciate B: tanto erano piacevoli e orecchiabili quelle, tanto erano aspre e impervie queste. Si trattava di Se mi vuoi sempre bene (cover di It’s a Man’s Man’s Man’s World di James Brown e Betty Jean Newsome! Ma chi conosceva James Brown allora?) e La mia vita per te.

Era rhythm and blues, ma io non lo sapevo; e del resto era troppo presto per me, ascoltare quella musica (ma è meglio troppo presto che troppo tardi, non vi pare?).

Perché Nino Ferrer – cantante bilingue, perché nato da padre italiano e madre francese – che noi in Italia ricordiamo per canzonette certo non indimenticabili come Il re d’Inghilterra e Re di cuori, aveva iniziato la sua carriera in Francia come bassista jazz per poi appassionarsi, come cantante, al rhythm and blues. Passione del resto dichiarata, sia pure con toni leggeri e scherzosi, in La pelle nera.

Caratteristica di diverse canzoni di Ferrer è il procedimento dell’accumulazione, reso divertente dal ricorso alla rima. Un procedimento che i francesi conoscono bene, perché è uno dei preferiti da Rabelais.

In questo caso si tratta dell’interminabile elenco dei cibi preparati per un picnic, elenco in cui compare ossessivamente, come un tormentone, il baccalà. Nell’originale il tormentone era costituito dai cornichons (= “cetriolini sott’aceto”, ma anche “sciocchi”, quali si sarebbero rivelati i protagonisti della canzone, stakanovisti della fine settimana che pensano a portare tutto tranne l’ombrello):






Paroles: Nino Ferrer. Musique: James Booker, 1962
Titre original: “Big Nick”


On est partis, samedi, dans une grosse voiture,
Faire tous ensemble un grand pique-nique dans la nature,
En emportant des paniers, des bouteilles, des paquets,
Et la radio !

Des cornichons
De la moutarde
Du pain, du beurre
Des p’tits oignons
Des confitures 
Et des œufs durs
Des cornichons

Du corned-beef
Et des biscottes
Des macarons
Un tire-bouchons
Des petits-beurres
Et de la bière
Des cornichons

On navait rien oublié, c’est maman qui a tout fait
Elle avait travaillé trois jours sans s'arrêterf
Pour préparer les paniers, les bouteilles, les paquets
Et la radio !

Le poulet froid
La mayonnaise
Le chocolat
Les champignons
Les ouvre-boîtes
Et les tomates
Les cornichons

Mais quand on est arrivés, on a trouvé la pluie
On a ramené les paniers, les bouteilles, les paquets
Et la radio !

On est rentrés
Manger à la maison
Le fromage et les boîtes
Les confitures et les cornichons
La moutarde et le beurre 
La mayonnaise et les cornichons
Le poulet, les biscottes
Les œufs durs et puis les cornichons 

Ecco la traduzione:

I CETRIOLINI
Parole: Nino Ferrer. Musica: James Booker 
Titolo originale: “Big Nick”


Siamo partiti, sabato, con una grossa auto,
A fare tutti quanti una grande pic nic nella natura,
Portando via cesti, bottiglie, pacchi,
E la radio!

Dei cetriolini
Della senape
Del pane, del burro
Delle cipolline
Delle marmellate
E delle uova sode
Dei cetriolini

Della carne in scatola
E delle fette biscottate
Degli amaretti
Un cavatappi
Dei biscotti
E della birra
Dei cetriolini

Non avevamo dimenticato niente, aveva fatto tutto la mamma
Aveva lavorato tre giorni senza [mai] fermarsi
Per preparare i cesti, le bottiglie, i pacchi,
E la radio!

Il pollo freddo
La maionese
Il cioccolato
I funghi
Gli apriscatole
E i pomodori
I cetriolini

Ma quando siamo arrivati, abbiamo trovato la pioggia
Quello che avevamo dimenticato, erano gli ombrelli
Abbiamo riportato i cesti, le bottiglie, i pacchi,
E la radio!

Siamo ritornati
A mangiare a casa
Il formaggio e le lattine
Le marmellate e i cetriolini
La senape e il burro
La maionese e i cetriolini
Il pollo, le fette biscottate
Le uova sode e poi i cetriolini



La musica ha un bel ritmo, e lo credo: Ferrer l’aveva presa da un pezzo di un grandissimo pianista rhythm and blues: James Carroll Booker III (1939 – 1983). Ma il pezzo di Booker è solo strumentale: come sarà venuta a Nino Ferrer l’idea del testo? Beh io non ho dubbi: Ferrer parla di un picnic, Booker aveva intitolato il suo pezzo Big Nick: l’idea nasce da un gioco di parole!






JAMES CARROLL BOOKER III
(1939 – 1983)
Qualcosa del genere fece l’Equipe 84 quando si impossessò della canzone Papa-Oom-Mow-Mow di Carl White, Al Frazier, Sonny Harris e Turner Wilson Jr., cantata dai Rivingtons e ripresa dai Beach Boys, e la trasformò in Papà e mammà. Con una differenza: che Ferrer dichiarò il suo debito, indicando il nome di Booker come coautore, mentre l’Equipe 84 si guardò bene dal farlo: la plagiò sfacciatamente.

LETTURE CONSIGLIATE
Michele Bovi, Anche Mozart copiava. Cover, somiglianze, plagi e cloni, Milano, Auditorium, 2004.
Saggio sul plagio musicale. Risulta esaurito presso l’editore, ma sembra disponibile su IBS.

SITI INTERNET
http://www.michelebovi.it/?p=1918


Michele Bovi parla del plagio nella musica leggera, citando anche il caso dell’Equipe 84.





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