lunedì 11 giugno 2012

GIORGIO CONTE: GNÈ GNÈ


Giorgio Conte, 2009 (foto di Clop, da Wikipedia)

GIORGIO CONTE
(Asti, 23 aprile 1941 – vivente, e che Dio ce lo conservi ancora a lungo)


Capita, qualche volta, di andare in oca: rimanere imbambolati, dimenticando tutto. Capita a me, capita a voi, ma non capita alla protagonista della canzone Gnè Gnè, scritta e interpretata da Giorgio Conte, fratello del più noto Paolo. Non le capita di andare in oca perché è un’oca, e, quando attacca con le sue insulsaggini, nessuno la può fermare, nemmeno lei stessa.
Ho il forte sospetto che l’idea della canzone sia nata proprio da questo “gnè gnè”, da un momento (voluto) da oca dell’autore, messosi a vocalizzare a vanvera strimpellando qualche nota sulla chitarra. Nato il ritornello (ipotizzo), bisognava costruirci attorno una storia, inventare un personaggio così insulso da poter riassumere il succo della sue chiacchiere in un interminabile “gnè gnè”.
È successo anche a me: stavo canticchiando un pezzo strumentale di Händel, con vocalizzi a base di “parapapà”, e a un certo punto è venuto fuori un “pappare papiri papà”. Mi piacque così tanto che ne volli ricavare una filastrocca, imbastendoci sopra la storia di un tarlo schizzinoso che rifiuta tutti i tipi di legno che gli offre suo padre, per dichiarare alla fine i suoi gusti estremamente circoscritti ed esclusivi:
Quest’è la realtà,
sol questo mi va:
io voglio pappare papiri papà!
Una filastrocca costruita a partire dalla fine, dall’ultimo verso.
È andata così anche a Giorgio Conte? O anche queste mie righe non sono nient’altro che un inconcludente “gnè gnè”?

(La filastrocca A tavola! (Il piccolo tarlo schizzinoso) è pubblicata nella raccolta Il corvo con la cra-cravatta, Sarnus ed.)

SITI INTERNET

             Sito ufficiale.


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