lunedì 30 settembre 2013

FRANCO FRANCHI ovvero CELEBRE MAZURKA (A)VARIATA



(Musica: Augusto Migliavacca;
testo e voce: Franco Franchi, 1965)
(fai clic sul titolo per ascoltarla)

Ecco arrivare l’annunzio: il confronto/ Ecco arrivare la Nunzia col brodo
rimanda il sindaco,/di manzo il sindaco,
ma per chi non si leva la cuffia di polistirolo
ma cuoce l’acredine un po’ peristaltica
simile al grattere (carattere?) sopra gli asparagi
della salsedine che mi scompiffera.
Marco:/manco le bocche nel cielo si vedono
Marco:/manco di simili sibili a rùbili/bùbile (nubile?) perché ...
Non mi contamina l’ulcera gastrica
del vicesindaco:
nel policlinico io son di là.

Quando, allor, perché,
le valute (volute?) dei cubi di ghiaccio di ieri
son l’acqua di oggi.
Chi mi sa dire cos’è?
Chi mi sa dire perché?
È la ...
sotto controllo delle tasse.
Nonostante ciò
sapete quaggiù perché qui non c’è più chi starnuta col naso?
Ditemi perché si fa
ma non si dice “Prendilo, posalo, mettilo qua!”

Ma sul marciapiedi quasi sempre non c’è mai chi cade,
mentre tu ti svegli sempre quando è troppo tardi.
Non dimenticar la prima cosa che ti salta in mente:
corri, cammina e vedrai,
prima, quandunque e giammai,
chi esce e chi gioca a biliardo con te?

Fra il lunedì
e il giovedì
a Mondovì
c’è il martedì,
anche se poi
vedremo che
l’abito a doppiopetto
lo porta solo chi lo vuol portar.



FRANCO FRANCHI
(Genova, 1929 – ivi, 1998)


Sono passati tanti anni, ma lo ricordo ancora bene: uno schermo televisivo in bianco e nero e il primo piano di un distinto signore dal volto impassibile: la testa era immobile, ma la bocca si muoveva a velocità vertiginosa, cantando al ritmo di mazurka (che fosse una mazurka l’ho scoperto molto dopo, allora mica lo sapevo). Dal magma di parole inintelligibili affioravano, come la punta di un’iceberg,  alcuni versi comprensibili:
...
Ditemi perché si fa
ma non si dice “Prendilo, posalo, mettilo qua!”
...
Fra il lunedì
e il giovedì
a Mondovì
c’è il martedì
...
Chi era il cantante? Si trattava di Franco Franchi, cantante e paroliere. L’ho scoperto anni dopo su internet; non senza fatica, perché chiamarsi Franco Franchi non è una buona idea (ci pensino tutti i signori Franchi che stanno per avere un figlio): se lo cercate su wikipedia, di Franchi Franchi ne trovate 5:
Personaggi illustri di nome Franco Franchi:
  • Franco Franchi - attore italiano (1928-1992)
  • Franco Franchi - ciclista italiano (1923)
  • Franco Franchi - (1939 [sic]-1998) paroliere, cantante ed attore, autore di testi per Fabrizio De André ed Enzo Jannacci [Eccolo! È lui!]
  • Franco Franchi - politico italiano (1928-2004)
  • Franco Franchi - (1926-2002), medico endocrinologo, professore universitario e Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia degli Alam dal 1995 alla sua morte.
Oggi di lui non si ricorda quasi più nessuno, ma è autore di una prestazione di cui pochi si possono vantare: ha scritto un testo per Fabrizio de Andrè! (E fu la notte, lato B del primo 45 giri inciso dal mitico cantautore genovese).
Franco Franchi ha aggiunto le parole a un brano strumentale che tutti i balerini (ballerini frequentatori di balere) conoscono: la celeberrima Mazurka variata, composta dal violinista ambulante nato cieco Augusto Migliavacca (Parma, 1838 – ivi, 1901), cavallo di battaglia di ogni fisarmonicista che si rispetti.
È un esempio di virtuosismo strumentale che Franco Franchi trasforma in virtuosismo verbale, virtuosismo spinto al punto che, per tentare di decifrare il testo, ho dovuto ricorrere a un programma che rallenta i brani musicali, mantenendo però le frequenze originali. Decifrazione che non ha dato risultati completamente soddisfacenti, tuttavia, a causa della qualità scadente dell’unica registrazione disponibile su internet (fatta su uno di quei registratori Geloso che la mia generazione ricorda bene: io ci ascoltavo, grazie a un amico, le canzoni del Festival di Sanremo che i miei genitori non mi lasciavano vedere in diretta perché, dopo Carosello, si andava tassativamente a letto). Il risultato delle miei fatiche – con qualche lacuna e diversi dubbi – è quello che avete trovato in testa a questo post. C’è qualcuno fra di voi, con l’orecchio più fine del mio, che mi può aiutare a correggere e completare il testo? Mandatemi i vostri suggerimenti.
Alla vertigine delle note turbinose corrisponde la vertigine del testo, un nonsense che diventa tanto più assurdo quanto la musica si fa più veloce:
– le parti più lente contengono lacerti di frasi dotate di significato, incontrovertibili anche se ovvie, legate però fra loro da nessi logici assurdi:
Fra il lunedì e il giovedì a Mondovì c’è il martedì,
anche se poi vedremo che
l’abito a doppiopetto [mi consenta] lo porta solo chi lo vuol portar. (Mi consenta.)
– le parti più veloci, pur mantenendo la struttura di una frase, sono un’accozzaglia di parole scelte a caso:
[...] ma cuoce l’acredine un po’ peristaltica simile al ... sopra gli asparagi della salsedine che mi scompiffera.
Il significante perde il suo significato, la parola si fa mero supporto del suono, la voce perde il suo ruolo comunicativo per diventare semplice strumento musicale.
Possiamo trarre una morale da tutto questo? Certo, miei diletti: se non avete niente da dire, ditelo velocemente!


SITI INTERNET

            L’unica registrazione – restaurata – della canzone presente su Youtube.
            (Versione non restaurata: http://www.youtube.com/watch?v=lY1yJDStFHQ)

Il disco è rarissimo (non ho trovato copie in vendita su internet), ma è presente nelle raccolte della Discoteca di Stato: http://opac2.icbsa.it/vufind/Record/IT-DDS0000112168000200/Details

Il programma per rallentare brani musicali si chiama MP3 Speed: è scaricabile gratuitamente da internet ma – attenzione! – facendolo, io mi sono ritrovato il browser riconfigurato, con la pagina iniziale e il motore di ricerca cambiati; perciò preparatevi, psicologicamente e materialmente, a un paziente lavoro di restauro (internet abbonda, fortunatamente, anche di preziosi consigli per risolvere emergenze come queste).


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martedì 10 settembre 2013

FARE UNA FILASTROCCA – 7



PICCOLA GUIDA PRAGMATICA DELLA FANTASIA
ovvero
COME SONO NATE LE MIE FILASTROCCHE

PARTIRE DA UN BRANO MUSICALE:A TAVOLA! e TELEGRAMMA DEL CAVOLO 
Stavo passeggiando e, mentalmente, canticchiavo un motivo di Händel, procedendo a forza di pàrapa pàrapa:

                   pàrapa      pàrapa      pàrapa     pàrapa      pàrapa      pàrapa       pàrapa         pap- para pa-pira pa-pà       pap- para pa-pira pa-pà 
(Georg Friedrich Händel, Sonata in fa maggiore per flauto dolce e continuo)

Pappara papira papà? Pappara → pappare! Pappare... papiri papà!


                                                                                                                                                       pap- pare pa-piri pa-pà            pap- pare pa-piri pa-pà

Pappare papiri papà! Troppo divertente: Bisognava costruirci una filastrocca. Già, ma con che storia? Chi poteva desiderare di papparsi i papiri? Beh... un tarlo, no? Un piccolo tarlo schizzinoso, che si rivolge a suo padre. La filastrocca è nata così, partendo dal finale per poi risalire all’inizio, elencando le varie essenze schifate dal piccolo insetto (tutte essenze che ho scelto, naturalmente, in modo da poter giocare con le parole).

A TAVOLA!
(IL PICCOLO TARLO SCHIZZINOSO)

Lontano è l’ontano
e lacero è l’acero,
il noce mi nuoce,
l’arancio, che rancio!,
dell’olmo son colmo
e schioppo col pioppo,
il melo non darmelo
e il pero ha un però.
Sul pino perfino
ricado supino,
nemmeno le acacie
mangiare mio piace.
Quest’è la realtà,
sol questo mi va:
Io voglio pappare papiri papà!

Stavo andando in bicicletta e mi ripetevo mentalmente lo stesso motivo di Händel; si tratta di un movimento in 12/8 che va interpretato battendo 4 e suonando le note a gruppi di 3 per ogni battito. Ogni gruppo di note suona come una parola sdrucciola di 3 sillabe. Mi è allora venuto naturale di improvvisare, nello stile dei telegrammi:
cavolo – scavolo (= lo scavo)
cavolo – lavolo... (= lo lavo)
Stava venendo fuori, più o meno, qualcosa del genere:

                  scovolo     scavolo      levolo      lavolo       cuociolo     intavolo     cavolo

Che storia si poteva imbastire su queste sdrucciole? Preso un rapido appunto e lavorandoci poi un po’ su a casa è nato il  

TELEGRAMMA DEL CAVOLO

Scovolo e scavolo,

levolo e lavolo,
cuociolo e intavolo,
offrolo all’avolo
che mandami al diavolo.
Cavolo!


A tavola!

fa parte della raccolta
IL CORVO CON LA CRA-CRAVATTA
Sarnus editore, 2012.


Telegramma del cavolo
fa parte della raccolta
FILASTROCCHE DEL MATTO MATTONE
Sarnus editore, settembre 2012.



Se l’argomento ti interessa, puoi leggere anche:

FARE UNA FILASTROCCA – 1  
FARE UNA FILASTROCCA – 3  
FARE UNA FILASTROCCA – 4  
FARE UNA FILASTROCCA – 5  
FARE UNA FILASTROCCA – 6
FARE UNA FILASTROCCA – 8
FARE UNA FILASTROCCA – 9
FARE UNA FILASTROCCA – 10

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