martedì 31 maggio 2016

FARE UNA FILASTROCCA – 13




PARTIRE DAL TITOLO
LA FILA-STRACCA



Qualche anno fa stavo riposando, lasciando andare i pensieri a ruota libera. A un certo punto, provando variazioni sulla parola filastrocca, è saltata fuori una fila-stracca. Che bello! Mi piaceva molto l’idea di una fila-stracca. Titolo bellissimo: valeva la pena di scriverci dietro un’intera filastrocca. Già, ma come? Cosa scrivere? A quei tempi ero ancora alle prime armi, non avevo la pratica di adesso: ci ruminai sopra per una settimana.
Procedetti su due binari separati (ma che poi, alla fine, si riunirono):
1 – cercare tra i miei appunti (appuntatevi sempre idee, battute, rime: non fidatevi mai della memoria!) qualche battuta che facesse riferimento alla stanchezza;
2 – cercare rime in –acca.
1 – La battuta? Trovata: “Ho le anche stanche.” “E i fianchi?” “Anche!”. L’ho elaborata per creare la prima parte, dedicata alla fiacchezza.
2 – Le rime? Trovate anche quelle, soprattutto una, magica: cacca → da usare per il finale. Usai queste rime per creare la seconda parte, dedicata, data la fiacchezza, alle cose da non fare (tranne una, naturalmente!).
È nata così:

LA FILA-STRACCA

Se le gambe senti flosce,
se le cosce sono mosce,
Se i tuoi stinchi sono stanchi,
e anche le anche, e anche i fianchi,
se vuoi battere la fiacca
(od almeno fare patta),
presto detto, è cosa fatta,
non scordar la fila-stracca:

non ti mettere la giacca,
non portare via la sacca,
non andare fino a Sciacca,
non nuotar nella risacca,
non ballare la polacca…

ma comunque fai la cacca!


La fila-stracca
fa parte della raccolta
Sarnus editore, aprile 2012.

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