giovedì 23 agosto 2012

PERLE: INSEGNE E SCRITTE



(Vicenza, Strada Stat. 247 della Riviera Berica, all’altezza della confluenza del viale dello Stadio)

Molti genitori delle mie parti non hanno insegnato il veneto ai figli: gli hanno parlato [per i puristi: hanno parlato a loro] in italiano (“Così si troveranno bene a scuola”). Il rifiuto delle proprie origini viene visto come una forma di riscatto da un passato povero che si vuole dimenticare. Il problema è – basta fare un giro su Facebook per sincerarsene – che, come i genitori si vergognano del dialetto, i figli si vergognano dell’italiano e, appena possono e/o ci riescono, si esprimono in inglese, perché fa più figo, pardòn “fico”, pàrdon “trendy”. Per la felicità degli insegnanti di inglese? Direi proprio di no: primo, perché la scuola è uno dei principali parafulmini per le invettive e le maledizioni dei ragazzi; secondo perché... ma avete letto come scrivono? Il destino decise che io sarei diventato francofono, il che mi rende felicemente ignaro della scorrettezza di molte esternazioni nostrane in lingua inglese; ma davanti a questa scritta no, perfino io sobbalzo:















  

(Vicenza, via Giovanni Miglioranza)

Notate che l’ignoto scrittore (perché non firmare? Una croce basta e avanza), aveva inizialmente scritto “SCOOL” ma giustamente, sentendo che qualcosa non andava, ha prontamente “corretto”! Uno scrupolo che desta tenerezza. Se questo è l’inglese che gli hanno insegnato a scuola, direi che l’invettiva è ampiamente giustificata; ma ho forti dubbi che la colpa sia della scuola...
L’inglese influenza anche chi lo rifiuta: e così, chi si rifiuta di dire “il weekend” dice “il fine settimana” anziché “la fine settimana”; ma in fondo ha ragione: il fine settimana giustifica gli automezzi!
E se l’inglese scritto – miracolosamente – è impeccabile, interviene l’errore di pronuncia. Volete un esempio clamoroso (e storico)? Cent’anni fa, più o meno, nascevano le prime squadre di calcio italiane, e qualcuno aveva il vezzo (già allora) di dargli [per i puristi: dare a loro] un nome inglese; e così il 16 dicembre 1899 nasceva il Milan Foot-Ball and Cricket Club. Ora “Milan”, inteso come la versione inglese, o francese, o anche in dialetto milanese, di Milano, ha sempre, dico sempre, l’accento sulla “a”: anche in questo senso vale il vecchio detto meneghino: Milàn l’è semper Milàn.
E qui il cerchio si chiude: perché “Milan” è anche, oltre che un nome slavo (questo sì pronunciato con l’accento sulla “i”), un cognome veneto: che, ovviamente, per chi sa il veneto, si pronuncia Milàn (se non credete a me, credete almeno a Emidio De Felice, e al suo Dizionario dei cognomi italiani, Milano, Mondadori, 1978). Ma la cultura inglese è pervasiva, e così sento dire Mìlan, Zòrdan, Àngriman (hungry man?)... Succede ai cognomi in –an, non a quelli in –in; ma un motivo c’è: è così anche in inglese: Cecchin → Check-in!
I commercianti ovviamente si adeguano; ma siccome i clienti sono spesso dei cialtroni, non si può usare l’inglese vero: chi lo capirebbe? Che fare? Facile: si ricorre – temo, purtroppo, spesso in modo inconsapevole – a una specie di “itangliano”.
E così – tanto per fare un esempio – a Milano potete andare nei negozi di ottica della Occhial House (http://www.occhialhouse.it/)!
Lo Zanzar Store è invece un negozio di zanzariere, prodotte dalla Zanzar Line Sas, col marchio Zanzar System (repetita iuvant) (http://www.paginegialle.it/zanzarstore).
Avete qualche altro esempio da segnalare?


TI È PIACIUTO?
Condividilo con gli amici usando i tasti sottostanti e soprattutto consigliandolo con Google +1 (tasto g +1). Se consigli i miei articoli con Google +1, migliori il mio posizionamento nel motore di ricerca: grazie in anticipo.

HAI QUALCHE OSSERVAZIONE DA FARE?
Un tuo commento sarà molto gradito.

Nessun commento:

Posta un commento

Vai su COMMENTA COME e, se non hai un Account Google o altro, seleziona NOME/URL:
- l’inserimento del nome, vero o di fantasia, è obbligatorio;
- l’inserimento dell’url (indirizzo internet) è facoltativo.
Evita per favore di selezionare ANONIMO: se tutti fanno così non si riesce a distinguere un interlocutore dall’altro.
Poi scrivi il tuo messaggio e premi PUBBLICA.